Location: Villa Bottini, Via Elisa 9
Orari: Lunedì – Domenica 10:00 –  19:30


RESIDENZE MEDITERRANEE:
ILARIA ABBIENTO – DIANE MOULENC

Nel 2017, Photolux Festival e il Centre Méditerranéen de la Photographie di Bastia, in Corsica, hanno dato vita a una nuova collaborazione. Un programma di residenze d’artista che si propone di incoraggiare la ricerca e lo scambio culturali, promuovendo la giovane fotografia emergente a livello internazionale.
In mostra i lavori frutto delle ultime residenze realizzate da Ilaria Abbiento in Corsica nell’autunno 2021 e da Diane Moulenc a Lucca nel marzo 2022.

ILARIA ABBIENTO
ARIA
A cura di Marcel Fortini e Enrico Stefanelli
con il supporto di Bonifacio-Office Municipal de Tourisme, Conservatoire du Littoral, Cullettività di Corsica, Cullettività di Corsica – Uffiziu di l’Ambiente di a Corsica, Maire de Bonifaciu

Noi non viviamo, in realtà, sulla cima della solida terra,
ma sul fondo di un oceano d’aria.
[Talete]

Corsica, autunno 2021

Navigo in un oceano stellare.
Dal buio, blu oltremare, intravedo la luce.

L’isola rappresenta l’approdo al mio risveglio, un ritorno all’essenza, all’amore per l’esistenza, alla purezza del respiro.
Il lavoro realizzato in Corsica, nuovo capitolo della mia antologia acquatica, contempla 3 elementi: l’acqua, la terra (bianca) e il cielo.
Ho vissuto la mia residenza osservando la parte del sud dell’isola, incantata dal chiarore di un paesaggio costellato di pietre bianche, calcaree, che si modificano con il vento e con l’acqua di mare.
La ricerca si concentra sulla leggerezza di un soffio d’aria che può mutare la geografia delle coste, può muovere la superficie dell’acqua, può librare le nuvole.
I tre elementi si fondono armonicamente in una sequenza di immagini poetiche sospese in piccole e preziose teche di vetro trasparente.
Uno sguardo autentico, innocente, che oltrepassa il buio cosmico diluendosi in nuova luce, che esamina particelle semplici dell’universo isolare come fosse la prima volta, e che diviene consapevole di come l’aria pura che attraversa la materia, nel tempo, può plasmare il paesaggio dell’esistenza.
Il corpo del lavoro è composto da 21 immagini, un video, una piccola scatola trasparente che conserva la polvere delle pietre bianche, un file audio che registra il suono del mare dell’isola.

21 è il giorno in cui sono nata.

Aria è una parte del mio nome.

DIANE MOULENC
FUORI

Ripeto il titolo dello statement. Mi arriva una serena gioia, mista a una sensazione di dissonanza, quasi assurda.

You can call it Love.

Ritrovo la mia macchina fotografica dopo due anni di pandemia. Una nuova guerra risuona, meno lontana. L’eterna questione dei confini. I russi ne hanno appena attraversato uno. Un senso di urgenza agita i miei pensieri: agire, mostrare, fotografare?

You can call it Love.

Uscire dalle mura della città vecchia. Guardarsi intorno. Fuori dallo scrigno prezioso, la bellezza non è più scontata. Bisogna essere aperti e attenti.
Il lungo tempo del cammino come rimedio a quel senso incombente di urgenza. Un modo per aggrapparsi alla realtà; una celebrazione della realtà.

You can call it Love.

Fotografare è allora un gesto che ricorda quello di tirare l’ancora. Con questo gesto, guardo. Cerco gli strumenti che mi permettano di accedere al mondo. Cerco la bellezza di un momento condiviso per strada, di un incontro che solo la curiosità mi permette di ricevere.