LA CREAZIONE — ERNST HAAS


a cura di Enrico Stefanelli
in collaborazione con Ernst Haas Estate
con il supporto di Leica Galerie Milano

Vi sono momenti in cui torniamo a porci le eterne domande: perché siamo qui? Da dove veniamo? Qual è la ragione dell’esistere?
Nell’attuale era della scienza, che è a un tempo così fortemente creativa e distruttrice, istintivamente tentiamo di difenderci ricercando ciò che è primigenio, naturale, universale, assoluto. Ma avvertiamo che un anello almeno rimarrà per sempre un enigma. L’idea dell’inizio, di un qualcosa originato dal nulla, dell’essere scaturito dal non-essere, sfugge all’intelletto umano. La scienza non ci ha svelato il mistero dell’universo. Questo interrogativo è sempre stato al centro della religione e delle forme più alte dell’arte e della poesia.
Il racconto biblico della Creazione è notissimo in Occidente, ma il tema si ripeta in molti testi sacri, in particolare in quelli egizi, babilonesi e nella Rigveda degli Indù. “In principio Dio creò il cielo e la terra.” Il versetto che apre la Genesi incute immediatamente un senso di timore e di umiltà. Gli stessi sentimenti hanno presieduto alla nascita di questo lavoro, una sorta di “ecologia spirituale” in lode della terra che l’uomo ha ricevuto in retaggio e che dovrebbe appassionatamente difendere.

(da un testo di Ernst Haas)