CRIMINI CONTRO L’UMANITA’


a cura di Giuliana Scimé

I crimini contro l’umanità: un ventaglio così ampio e così antico da perdersi nella notte dei tempi, e disgustosamente attuale.
Il più lieve, si fa per dire, è la deforestazione, che sta procurando conseguenze tragiche, non solo in Brasile ma anche nei nostri Paesi, con frane e smottamenti.
Apartheid in Sud Africa e Segregazione razziale negli Stati Uniti sono considerati crimini contro l’umanità.
L’Olocausto, 15 milioni di vittime innocenti, fra le quali 6 milioni di ebrei; gli altri milioni a scelta fra prigionieri di guerra sovietici, oppositori politici, nazioni e gruppi etnici considerati ‘inferiori’ quali Rom, Sinti, Jenisch, gruppi religiosi come testimoni di Geova e pentecostali, omosessuali, malati di mente e portatori di handicap.
L’atomica: per porre fine alla resistenza giapponese nella II guerra mondiale, gli Stati Uniti ebbero un’idea geniale. Ore 8.15, 6 agosto 1945, l’Enola Gay sgancia Little Boy, sulla citta di Hiroshima. 0re 11.02, 9 agosto 1945, Fat Man plana sulla città di Nagasaki. Rasa al suolo. Perché? Genocidio. Ce ne è per tutti, dall’antichissima memoria storica ad eventi più vicini al nostro tempo.
Genocidio del popolo armeno che, i Giovani Turchi, iniziarono a perpetrare dallo scoppio della Grande Guerra nel 1915 fino al 1923.
E i curdi patiranno la stessa sorte. Nel 1988, Saddam Hussein ordinò otto operazioni militari. Non vi sono tracce dei 180.000 curdi rastrellati in 1.200 villaggi.
Vietnam: di quel conflitto gli Stati Uniti ne portano ancora le “piaghe” morali e fisiche.
I Khmer rossi in Cambogia trucidarono fra 1 milione e i 2,2 milioni di esseri dal 1975 al 1979.
Corea del Nord: le immagini satellitari hanno ripreso i campi di concentramento dove sono rinchiusi centinaia di migliaia di “dissidenti”.
E il massacro dei cristiani, di varie confessioni, ha assunto proporzioni gigantesche, eppure pare che non venga considerato seriamente. Ma solo nel 2012 sono stati uccisi 105.000 cristiani. Isis, dai libri di Ninive, si è ritenuto in dovere religioso di distruggere preziosità archeologiche per effettuare inevitabilmente altre pulizie etniche, sterminando persino gli stessi fratelli mussulmani, non ritenuti ortodossi, secondo i loro delinquenziali criteri.

(da un testo di Giuliana Scimé)