Location: Ex-Cavallerizza, Piazzale Giuseppe Verdi


DON’T LIE TO ME — PAULO COQUEIRO

a cura di Alejandra Hernández Muñoz

Il confine tra realtà e finzione è sempre stato oggetto di indagine dell’arte.
L’intento di personaggi, narrazioni, tempi e dimensioni è portarci più vicini e connetterci con una dimensione intangibile, spirituale, filosofica ed estetica. Ma qual è il confine tra creazione e post-verità? 

Questo lavoro rappresenta un luogo dove la documentazione e l’invenzione si intrecciano per riflettere sulle conseguenze dell’immagine e della rappresentazione. Possiamo dire che stiamo affrontando un anti-favola.
Don’t lie to me utilizza la finzione come uno strumento per stimolare i sensi e sceglie la fotografia come linguaggio.

Tito Ferraz è un personaggio, eteronimo del fotografo, alter-ego dell’artista. È il fotografo che rivela la propria assenza. Più ampiamente, Tito Ferraz potrebbe essere l’icona dell’invisibile anonimo delle statistiche sulle scomparse, un segno degli esclusi la cui esistenza in Brasile emerge soltanto nell’arte.

L’intero processo di questo lavoro è una riflessione fotografica contemporanea che indaga e moltiplica gli aspetti della rappresentazione, che esprime l’intangibile, la tensione tra quello che (apparentemente) è e come (apparentemente) accade, mescolando allusione e illusione. In un Brasile sommerso dai pettegolezzi, dalle fake-news, da convinzioni senza prove concrete e da una manipolazione dell’opinione pubblica come mai si era vissuta prima, Tito Ferraz è indice dell’era della post-verità, della fragilità della nostra capacità critica e del potere dell’apparenza e della rappresentazione. Come affermava Barthes, l’immagine precede l’oggetto. Paradossalmente, il fotografo qui registra qualcosa di non rappresentabile, un documento del non esistente.