Location: Villa Bottini – Via Elisa 9


ARTE LAGUNA SPECIAL PRIZE — FABIAN ALBERTINI E PIA KINTRUP

I lavori delle finaliste del Premio Arte Laguna 2019, Pia Kintrup e Fabian Albertini, forniscono due ulteriori tasselli alla riflessione che ruota attorno al tema portante del Festival: “Mondi | New Worlds”.

Le mappe di Kintrup svelano quanto sia relativo, per certi versi anche aleatorio, il concetto di confine; le fotografie di Albertini ci chiedono di riflettere su come le nuove tecnologie rappresentino una vera e propria rivoluzione sociale che sta portando cambiamenti irreversibili nel nostro quotidiano. 


PIA KINTRUP – MAPS

Maps si costituisce di una serie di mappe pieghevoli contemporanee, dunque relative a uno specifico contesto temporale. La mappa funge da presunto veicolo di informazioni di rilevanza geopolitica ed economica. È un’astrazione del mondo che restituisce una panoramica della geografia e delle strutture costruite dall’uomo, ma le sue asserzioni sono discutibili.

I confini e la demarcazione dei paesi spesso sembrano immaginari, l’invisibilità dell’insieme si fonde con l’osservabilità di una pianura. La mappa soddisfa il nostro desiderio di orientamento e ordine. Definisce i luoghi e ci aiuta a localizzarli ma, al tempo stesso, ci mette di fronte alla costante minaccia che questo ordine si trasformi in caos. È interessante notare che, storicamente, la fotografia e la cartografia si sono sviluppate parallelamente. La loro capacità di creare immagini apparentemente oggettive così come quella di trasformare lo spazio sono sorprendentemente simili – dalla loro nascita fino alla loro digitalizzazione. Queste due qualità di creare immagini e isolare dettagli da un più grande continuum portano a una riduzione della complessità del mondo e creano al contempo un ordine interno.


FABIAN ALBERTINI – CONTROLLED LIVES

La serie indaga la trasformazione sociale, l’irreversibile mutamento che l’intelligenza artificiale, attraverso la biometria facciale, sta portando nelle nostre vite. Un vero fenomeno di rivoluzione sociale, di trasformazione della nostra privacy e delle nostre abitudini.

Diversamente da altre tecnologie di catalogazione – come, per esempio, le impronte digitali – il riconoscimento facciale permette di identificare una persona attraverso l’analisi biometrica e l’elaborazione digitale del viso. Può essere usata per identificare contemporaneamente più persone a distanza senza che l’individuo ne sia consapevole e, grazie agli infrarossi, è in grado di funzionare anche al buio. Se utilizzato senza limiti, quindi, il riconoscimento facciale consente la sorveglianza inconsapevole e senza precedenti delle persone che vivono tranquillamente le loro vite quotidiane e private.

Se non fosse abbastanza, il software del riconoscimento facciale ha l’abilità di categorizzare le persone sulla base di una varietà di caratteristiche e comportamenti, tra cui razza, genere e persino umore (viene fatta anche un’analisi delle reazioni facciali).

Nel settembre del 2017, due ricercatori della Stanford University hanno pubblicato uno studio: usando più di 30.000 immagini prese da un sito per appuntamenti, gli scienziati hanno elaborato un sistema di riconoscimento facciale per identificare l’orientamento sessuale delle persone attraverso le caratteristiche dei loro volti. Lo Stato Cinese sta istituendo un vasto sistema di classificazione, che monitorerà il comportamento della sua enorme popolazione e la classificherà sulla base del “credito sociale” di ogni singolo individuo. Il programma sarà completamente operativo entro il 2020, ma è stato già testato su milioni di persone. All’aeroporto internazionale di Dubai, dalla fine del 2018, i passeggeri, invece di aspettare in coda per i controlli di sicurezza o per i gate elettronici, possono camminare attraverso un tunnel-acquario virtuale nel quale 80 telecamere integrate scansionano i loro volti. Qual è il ruolo dei pesci? Catturare l’attenzione dei passeggeri, e di conseguenza registrare le loro caratteristiche biometriche.

Questa serie intende far riflettere lo spettatore sui cambiamenti che stanno avvenendo e sull’impatto sociale che avranno sulle nostre vite. Possiamo modificare il nostro comportamento per proteggere la nostra privacy dalla sorveglianza quotidiana? Forse quello che resta da fare è soltanto mascherare, trasformare o nascondere la nostra identità, come si faceva in tempi antichi.


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