Location: Ex-Cavallerizza, Piazzale Giuseppe Verdi


DEEP IN THEIR ROOTS, ALL FLOWERS KEEP THE LIGHT — ANNA MARIA ANTIONETTE D’ADDARIO

in collaborazione con ceiba editions e Grafiche dell’Artiere

Il vincitore del PhotoBoox Award 2019 è Anna Maria Antoniette D’addario con il dummy Farewell Angelina.

“Questo lavoro inizia come risposta all’improvvisa e violenta morte di mia sorella nel 2015 e gradualmente è diventato un modo per tornare a vivere e dare un nuovo senso alla vita. È stato un atto di resistenza, un tentativo di parlare in faccia al silenzio.

Lavorare al libro è diventato un mezzo attraverso il quale elaborare il dolore, cercando di creare uno luogo di lutto vitale per mediare alla perdita di mia sorella. Mentre sviluppavo il libro ho prelevato materiali dalla memoria, dalle foto di famiglia, dal paesaggio, registrando frammenti del presente nei quali i ricordi, una volta infusi di felicità, contengono oggi anche un grande senso di vuoto e dolore. Frammenti fotografici che rappresentano pezzi di una realtà strappata e formano poesie visuali e spazi di lutto.

La costa meridionale del New South Wales risiede nel cuore di questo lavoro e al centro della nostra infanzia. Nel nostro ultimo viaggio, da ragazzine, alla nostra casa di famiglia sulla costa prima che venisse venduta, mia sorella aveva scattato alcune fotografie in bianco e nero, che dopo aveva sviluppato. Per condividere le tracce del modo di vedere di Daniela, ho incluso una selezione di queste fotografie nel mio lavoro. Sono immagini che fanno da specchio e riflettono anche me stessa. Descrivono la nostra relazione nelle differenze e nelle somiglianze dei nostri modi di vedere gli stessi posti.

Il paesaggio resiste. Prende e mantiene la sua forma. Il paesaggio parla nel mio lavoro, in parte, per la sua resilienza, per la capacità di sopravvivere nel presente e nel passato; il paesaggio contiene ricordi; parla di connessioni ma parla anche della violenza e della perdita irrecuperabile. Rappresenta quindi continuità e assenza, rappresenta ciò che non può mai essere perso e tutto ciò che è stato perso; incarna il trauma e la resistenza, la persistenza di quello che nessuna violenza può cancellare.

Mentre esploravo le connessioni dei nostri ricordi e la storia in un luogo importante della nostra infanzia, ho anche cercato di richiamare la storia e l’immagine personali di Daniela. Attraverso tracce della memoria e il nostro passato condiviso, ho utilizzato l’infanzia come forma di protesta, per combattere la sua immagina da adulta e il modo in cui è stata adattata e narrata dai media, in una sorta di atto di resistenza contro l’oblio.

Mia sorella aveva 35 anni quando è stata uccisa. Il suo futuro si è perso e il suo passato e la nostra infanzia sono state alterate e ferite. In questo libro accompagno mia sorella in storie, fotografie di me stessa da bambina specchiate e connesse a quelle di Daniela. Insieme rompiamo il silenzio, siamo due identità intrecciate”.


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