Location: Ex-Cavallerizza, Piazzale Giuseppe Verdi


LA NOTTE PIU LUNGA —DARIO MITIDIERI

a cura di Renata Ferri

Il 24 maggio del 1989 Dario Mitidieri, trentenne fotografo italiano, londinese d’adozione, parte da Londra con un volo British Airways. È diretto a Pechino. Il biglietto aereo l’ha pagato il Sunday Telegraph con cui collabora. Si è dato dieci giorni di tempo per fare un reportage sugli studenti che occupano la piazza da oltre due mesi. La piazza è quella di Tienanmen, simbolo del potere comunista della Cina. Il rientro a Londra è fissato per il 4 giugno.

In un crescendo di tensione la notte del 3 giugno l’esercito muove dalle periferie verso il centro della città. È diretto a Tienanmen. Dario Mitidieri, come altri, non si rende subito conto di cosa sta accadendo. Succede tutto all’improvviso, sono le 8 di sera, sta cenando al Bejing Hotel quando sente gli spari. In quel preciso istante, inizia la sua notte più lunga.

Nel trambusto della folla la tensione ora è alle stelle, sirene e urla squarciano il buio. Il caos dura molte ore. Come racconterà Mitidieri: “Il momento più drammatico che io abbia vissuto in Piazza Tienanmen è stato la mattina presto del 4 giugno quando alcuni dottori, rischiando molto, mi fecero entrare di nascosto nell’ospedale dove lavoravano, il Tienanmen Square Hospital, il più vicino alla piazza. Lì mi sono realmente reso conto di quanto fosse successo in piazza, vedevo feriti e morti nelle stanze e nei corridoi dell’ospedale. Lì ho scattato, con le mani tremanti, i cadaveri accatastati in una stanza. Un dottore mi ha detto: “Fotografa e fai vedere al mondo quello che sta facendo l’esercito cinese”. Così ho fatto. È stata un’esperienza di quelle che capitano poche volte nella vita di un fotogiornalista: uno di quei rari casi in cui le immagini non servono solo a raccontare una storia, ma cercano di testimoniare la verità che il governo cinese tentava di deviare e sopprimere”.

Quelle fotografie furono tra le prime ad arrivare in Occidente, vennero pubblicate su tutte le prime pagine dei quotidiani inglesi, poi sulle riviste: The Independent Magazine, Stern, L’Express, L’Europeo, e tante altre.

A distanza di tanti anni sappiamo ancora molto poco di quello che successe, non c’è mai stato un numero ufficiale delle vittime di quella notte e delle esecuzioni che seguirono per sopprimere la rivolta e il dissenso. Quello che il governo cinese definì incidente di Piazza Tienanmen, nella storia democratica è conosciuto come la Primavera democratica cinese o semplicemente la rivolta di Piazza Tienanmen.

Un evento che, per circostanze e tempismo, ebbe un’enorme influenza sui fatti che accaddero in quell’anno incredibile, il 1989 – pochi mesi dopo sarebbe caduto il muro di Berlino – e che cambiarono per sempre il corso della storia. 

Per questo oggi, trent’anni dopo quella tragedia, il lavoro di Dario Mitidieri acquista una nuova importanza. Ci permette di tornare a quei giorni attraverso immagini vivide, scandite da attimi drammatici. Straordinariamente imperfette, come appunti scritti di getto. Note frenetiche per catturare la Storia. L’insieme di questi frammenti diventa racconto, cronaca e testimonianza: osservandoli sembra si possano udire i suoni e le grida, si notano i movimenti scomposti, gli sguardi attoniti mentre la notte spietata assiste alla tragedia.