L’HEURE IMMOBILE. MÉTAPHYSIQUE MÉDITÉRRANÉENNE — BERNARD PLOSSU


A cura di Ricardo Vazquez e Walter Guadagnini
Prodotta da Hôtel des artscentre d’art du Département du Var

Bernard Plossu ha dedicato la sua vita a viaggiare e fotografare. Dal Messico all’Africa, dagli Stati Uniti a Le Havre; pochi luoghi sono sfuggiti al suo sguardo.
Ma il Mediterraneo, questo spazio in movimento, fatto di luce forte e ombre penetranti, lo ha visto spesso indugiare. La Spagna è riuscito a trattenerlo per qualche anno, in un piccolo villaggio andaluso, che ancora oggi gli è molto caro.
La mostra racconta, attraverso immagini inedite realizzate nel sud della Francia e della Spagna, in Italia e in Grecia, la relazione di Bernard Plossu con la metafisica mediterranea, quella di Carrà, De Chirico, Morandi.
Nelle fotografie di Bernard Plossu il Mediterraneo è fatto di luoghi deserti e fluttuanti, così misteriosi nella loro pur familiare apparenza da non capire se sono reali o immaginati. In esse le cose più insolite possono, tutto d’un tratto, accadere. Gli opposti possono incontrarsi, il tempo può modificarsi, dilatarsi o fermarsi, senza una ragione necessaria.
Si tratta a tutti gli effetti di un viaggio, ma le fotografie più che un’odissea, cercano di cogliere i momenti di attesa, il tempo tra due azioni, due luoghi, due tempi, quei momenti di passaggio tra due mondi, due coscienze. Questo scontro tra universi, queste combinazioni magiche così care ai surrealisti, fanno di questi spazi mentali un mondo metafisico nel quale la quiete apparente difficilmente cela la potenza dell’evocazione poetica.
Bernard Plossu ha conservato centinaia di fotografie che dialogano con la pittura, la letteratura e la fotografia metafisica.
Non resta che scegliere tra questi viaggi misteriosi, tra quelli che noi profani possiamo intraprendere senza correre alcun pericolo e quelli, un po’ più rischiosi, per chi ha voglia di guardare più lontano…
Cantieri, magazzini, autostrade, soglie, vagoni, fabbriche, lungomare, marciapiedi diventano allora porte che ci permettono di passare dall’altra parte dello specchio.
E gli orologi si arrestano per farci sentire il sospiro del tempo…

(testo di Ricardo Vazquez)